PER LA PROGETTAZIONE PASTORALE

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ALLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “MARLIA” 21-24 MAGGIO 2025

TRACCIA DI LAVORO PER LA PROGETTAZIONE PASTORALE

 

In seguito alla visita pastorale e a quanto emerso in quella circostanza, per portare avanti la terza fase prevista dalla lettera di indizione Oggi voglio fermarmi a casa tua!, offro al Consiglio pastorale della Comunità parrocchiale alcune indicazioni per impostare la redazione del progetto pastorale di cui discuteremo tra qualche mese nell’assemblea di restituzione..

Alcuni suggerimenti di metodo

È molto importante che il progetto venga discusso e redatto dal Consiglio pastorale della Comunità parrocchiale; è possibile e opportuno coinvolgere altre persone in eventuali Commissioni di lavoro, in modo però che sia sempre il Consiglio pastorale ad incaricare le persone, indicare i compiti dei tavoli, recepirne i contributi e armonizzarli in un progetto organico.

Nel cammino di integrazione tra le vostre parrocchie non si parte certo da zero; è però necessario fare decisivi passi in avanti. Se è vero che l’attuazione

di quanto delineato nel progetto avverrà necessariamente in modo progressivo, è però indispensabile che i punti di arrivo siano chiari e definiti, per lo meno per i prossimi tre anni.
Raccomando che la prospettiva missionaria sia assunta come orizzonte determinante per ogni ragionamento e decisione circa la vita e l’agire delle l’azione della Chiesa: bisogna guardare preferibilmente alle persone e alle situazioni che sono “lontane” o da cui noi siamo “lontani”. Alcune le abbiamo anche in casa (i ragazzi, le giovani famiglie…), per altre occorre immaginare o valorizzare occasioni di incontro, dialogo, proposta.
Come procedere?
È possibile ovviamente applicare qualsiasi tipo di procedura; l’esperienza mostra come sia funzionale una determinata articolazione del lavoro:

inizialmente dedicare uno o più incontri iniziali del Consiglio pastorale (da chiudere entro giugno), in cui:
definire gli elementi e le scelte di fondo del progetto;
individuare gli ambiti delle Commissioni;
decidere la composizione delle Commissioni e la tempistica del loro lavoro;

quindi lasciare un periodo consistente per il lavoro delle Commissioni (settembre-ottobre);

concludere con una o due riunioni per redigere, raffinare e approvare il progetto pastorale (novembre).
Gioverà individuare un piccolo gruppo di redazione che si occupi di gestire le varie fasi del processo e soprattutto di mettere insieme i testi che verranno prodotti, armonizzandoli per quanto possibile.
È importantissima la concisione: progetti prolissi non solo vengono letti a fatica, ma rimangono spesso fumosi: meglio poche, precise parole che indichino dove si vuole arrivare, cosa occorre fare e chi se ne dovrebbe occupare. La chiara definizione degli obiettivi, tra l’altro, favorisce sia la collaborazione che la verifica.

Cosa occorre produrre?
Obiettivo dei prossimi mesi di lavoro è la redazione di un progetto pastorale triennale per la Comunità parrocchiale ”Marlia”. Esso dovrà avere le seguenti caratteristiche:

per la parte generale introduttiva:
descrivere la realtà sociale, soprattutto in relazione alle opportunità, alle difficoltà e alle sfide che essa pone per l’evangelizzazione;
descrivere la realtà ecclesiale, nella ricchezza delle sue presenze, nelle positive esperienze fatte e nelle fatiche dell’integrazione;
scegliere le grandi finalità dell’azione pastorale missionaria per i successivi tre anni;
per la parte operativa, relativa ai diversi ambiti dell’azione pastorale:
indicare le mete da raggiungere;
precisare i soggetti da coinvolgere e le relative azioni;
decidere quali risorse (persone/ministeri, strutture, denaro…) sarà necessario reperire e impiegare;
indicare i tempi e i modi della verifica in itinere degli obiettivi.

Alcune priorità
Circa gli ambiti operativi, non è detto che il progetto debba prendere in considerazione l’intera vita ecclesiale: si può partire anche da qualche aspetto, per poi lavorare sugli altri in futuro. Mi sembra però che alcuni processi non possano attendere. Li elenco brevemente, con le relative questioni di fondo:

1) Le nuove generazioni.

Nell’attuale situazione di emergenza educativa e di rinnovamento ecclesiale, la relazione con le nuove generazioni è complessa e vitale ad un tempo. È necessario un complessivo ripensamento dei processi di iniziazione cristiana esistenti, adottando finalmente la prospettiva del progetto-quadro diocesano Otri nuovi, il quale postula il coinvolgimento di tutta la comunità cristiana nell’azione educativa e suggerisce di uscire dagli schemi mentali e organizzativi della catechesi scolastica.

Alcuni suggerimenti in tal senso:
a.inaugurare qualche percorso, anche sperimentale, nella fascia 0-6, valorizzando coppie di coniugi, anche anziani, per affiancare i giovani genitori nel percorso di avvicinamento al battesimo e – soprattutto – nei primi anni di vita dei figli;

b.stimolare la partecipazione ad appuntamenti diocesani e nazionali per ragazzi e giovani, che hanno bisogno di venire a contatto con altri coetanei e altre situazioni;

c.rilanciare l’oratorio ANSPI della Comunità parrocchiale, offrendo aperture quotidiane, attività laboratoriali ed esperienze estive;

d.valorizzare le tante associazioni del territorio realizzando insieme esperienze educative per bambini, ragazzi e giovani.

2) La vita liturgica.

Nel corso della visita sono emerse alcune questioni relative alla qualità delle celebrazioni e l’effettiva partecipazione dell’assemblea all’azione liturgica.
In linea generale, l’orario e il luogo delle Messe festive vanno pensati in modo che siano assicurati la presenza dei ministeri necessari, il tempo necessario per agire con calma e la possibilità di incontrarsi prima e dopo la celebrazione.

Il progetto dovrà inoltre prevedere;
a. la modalità di collaborazione tra gli operatori della liturgia per la preparazione comune delle assemblee festive (monizioni, canti, omelie, avvisi…), in modo che progressivamente si delinei uno “stile celebrativo” condiviso, che faccia sentire a casa i fedeli in qualunque chiesa;

b. le celebrazioni di carattere unitario: la Comunità parrocchiale ha già alcuni momenti in cui “appare”, prima di tutto a se stessa, come corpo unico; vanno stabilizzati, valorizzati e implementati, in modo che tutto il popolo debba e possa rendersi presente;

c. il servizio della musica e del canto, da orientare decisamente verso la partecipazione dell’assemblea, anche investendo nella formazione di qualcuno che possa guidarla.

3) La carità.

Nella Comunità ci sono già diverse ed efficaci azioni in quest’ambito, anche se un po’ in ordine sparso e senza la partecipazione di tutte le parrocchie.

Per una maggiore sinergia è importante unire gli sforzi, concentrando le risorse umane e materiali; il territorio della comunità è sufficientemente compatto perché la centralizzazione non costituisca un problema insormontabile. Tutte le realtà ecclesiali, inoltre, si possono impegnare insieme per la sensibilizzazione dell’intera comunità e delle nuove generazioni, che appare sempre più urgente. In ogni caso, sarà necessario che il progetto indichi:

a. come provvedere alla formazione unitaria dei volontari (anche insieme alla Misericordia e ad altre associazioni caritative), a cominciare dall’aspetto spirituale e motivazionale;
b. come attivare percorsi di coinvolgimento e proposta per le nuove generazioni;
c. quali strumenti usare per comunicare a tutti, in modo unitario ed efficace quanto viene operato, per sostenere nelle comunità una “cultura del bene”;
d. quali modalità di collaborazione istaurare con le istituzioni e le realtà non ecclesiali del territorio.

4) La formazione degli operatori pastorali.

È una questione decisiva per “dare gambe” al progetto. Ad integrazione di quanto fanno (o faranno) gli Uffici pastorali, la Comunità parrocchiale può creare occasioni di incontro, confronto, progettualità, spiritualità, reperimento e tirocinio di nuovi operatori, sulla falsariga di quanto accaduto nei giorni della visita pastorale, anche per creare quella mentalità comune che costituisce la base per ogni percorso condiviso.

A tal scopo è bene:

a. stabilire luoghi e tempi di incontro, confronto e formazione per gli operatori dei diversi ambiti pastorali, con particolare attenzione a chi si affaccia per la prima volta al servizio;

b. individuare modalità di raccordo ai percorsi formativi diocesani, favorendo e accompagnando la partecipazione;

c. inviare rappresentanti di ogni ambito alle consulte degli uffici pastorali, in modo che non manchino informazioni e proposte, soprattutto in ambito formativo.

5) La gestione del patrimonio.

Le parrocchie sono dotate un patrimonio immobiliare di una certa consistenza, il cui utilizzo va ripensato in ottica unitaria. Il progetto dovrà pertanto prevedere:

a.la destinazione d’uso di ciascun immobile (attività pastorali, locazione, vendita, concessione non onerosa a terzi per azioni sociali o culturali…);

b.la tempistica, la procedura e le risorse per l’eventuale ristrutturazione;

c.gli eventuali soggetti incaricati della cosa, oltre ai CPAE.

6) L’amministrazione e il ruolo dei CPAE.

Il percorso pastorale in atto richiede che i CPAE delle parrocchie lavorino insieme - formando de facto un unico organismo - per esaminare i temi comuni e intraprendere le relative azioni, supportando efficacemente i parroci. In ogni caso il progetto deve indicare:

a. in che modo i CPAE si impegneranno nell’educazione della comunità, cosi che i fedeli di ogni età siano consapevoli dei bisogni economici della propria parrocchia e vi contribuiscano con il proprio servizio e le proprie offerte. Questo richiede che i membri dei CPAE (non il parroco!) informino la gente circa i bilanci e le altre attività amministrative della propria parrocchia e della Chiesa in genere;

b. una persona espressamente incaricata dalla Comunità parrocchiale della pastorale legata al “Sovvenire”, per promuovere le firme per l’assegnazio ne dell’8‰ alla Chiesa Cattolica e la raccolta di offerte deducibili per il sostentamento del Clero;

c. le modalità di formazione dei membri del CPAE, in modo che possano svolgere al meglio il loro delicato servizio ecclesiale.

Marlia, 24 maggio 2025
+ Paolo Giulietti

Casa parrocchiale

Piazza don Carlo Matteoni, 9
Segreteria: da lunedì a giovedì
dalle ore 16,00 alle ore 19,00

tel. 0583 414082

 

Contatti

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Suore San Giuseppe te. 351 9283022

 

S.Messe festive

Sabato e vigilia delle feste:
ore 17,00 chiesa San Pancrazio

ore 18,00 chiesa d Marlia

Domenica   

ore 10,30 chiesa di Marlia
ore 11,00 chiesa di Matraia

 

 

S.Messe feriali

Cappella S. Emilia   
ore 08,15: Lodi    ore 08,30: S. Messa   
(no mercoledì e sabato)
 
Confessioni:     sabato ore 17,30

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